Chiesa Cristiana Evangelica A.D.I. Domodossola

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Storia degli inni

Io vo´ narrar (Amazing Grace)

In un piccolo cimitero parrocchiale presso Olney, in Inghilterra, si trova una lapide di granito con la seguente iscrizione: "John Newton, impiegato, una volta infedele e libertino, un servitore di schiavi in Africa, è stato, dalla ricca misericordia del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, preservato, ristorato, perdonato e segnato dalla predicazione della fede che egli aveva lungamente faticato per distruggere."

Questo pregnante testimonianza, scritta da Newton stesso prima della sua morte, descrive chiaramente l´insolita e colorita vita di quest´uomo, uno dei grandi predicatori evangelici del diciottesimo secolo. La madre di John Newton, una donna dedicata a Dio, morì quand´egli non aveva ancora sette anni. Quando il padre si risposò, dopo un breve periodo di educazione formale, andò via da casa sua; John lasciò la scuola e si imbarcò all´età di undici anni sulla barca del padre, per diventare un uomo di mare.

I primi anni di quest´esperienza furono un continuo succedersi di ribellioni e dissolutezze. Dopo aver lavorato come mozzo su numerose navi intorno alle isole e le città principali dell´Africa occidentale, collezionando schiavi e vendendoli ai compratori in visita, Newton divenne il capitano di una nave di sua proprietà, nave che trattava la vendita di schiavi. Superfluo dire che il catturare, vendere e trasportare schivi nelle Indie e in America era un crudele e depravato stile di vita.

Il 10 marzo 1748, mentre tornava in Inghilterra dall´Africa, durante un viaggio tempestoso al punto da far disperare della salvezza di tutto l´equipaggio, Newton iniziò a leggere il libro di Thomas A. Kempis, Imitazione di Cristo. Kempis era un monaco olandese (1380-1471) appartenente all´ordine chiamato il Respiro della Vita Comune. Questo libro è tuttora considerato un classico religioso. Il messaggio del libro e la spaventosa esperienza in mare furono usati dallo Spirito Santo per seminare in Newton il seme della conversione e dell´accettazione personale di Cristo come Salvatore.

Per i successivi numerosi anni, egli continuò ad essere il capitano di una nave per schiavi, provando a giustificare il suo lavoro migliorando le condizioni il più possibile, persino tenendo pubblici servizi di adorazione ogni domenica per i suoi duri trenta uomini. In ogni caso, era sensibile agli aspetti inumani del suo lavoro, e in seguito sarebbe divenuto un accanito oppositore della schiavitù. Newton tornò in Inghilterra e prese casa con la giovane e dolce Mary Calett, che aveva sposato il 12 febbraio 1750; fu un impiegato del porto di Liverpool per nove anni. Durante questo periodo sentì crescere la chiamata di Dio a predicare l´evangelo e iniziò così a studiare diligentemente per il ministerio. Egli era grandemente motivato e influenzato dall´evangelista Whitefield e dai fratelli Wesley, anche se decise di rimanere nella chiesa anglicana invece che di spostarsi con i "Dissidenti".

All´età di trentanove anni, John Newton fu ordinato ministro dalla chiesa anglicana e iniziò il suo primo pastorato nel piccolo villaggio di Olney, vicino a Cambridge, in Inghilterra. La sua opera nei successivi quindici anni (1764-1779) fu quella di un ministerio ricco di frutti e molto influente. Di particolare effetto fu la testimonianza della sua conversione e delle sue esperienze precedenti, che raccontava spesso. Oltre a predicare nella sua chiesa, teneva servizi anche in alcuni edifici in zone isolate.
Fu sordo alle pratiche liturgiche che usavano i ministri anglicani di quel tempo. Dovunque predicava, grandi folle venivano per ascoltare "Il vecchio capitano di mare convertito". Un´altra abitudine estremista di Newton presso la chiesa di Olney era quella di cantare inni che esprimevano la fede semplice e sincera della sua predicazione, piuttosto che cantare gli statici Salmi presi dal "Sternhold and Hopkins Psalter", l´innario utilizzato nelle altre chiese anglicane. Quando Newton non riuscì a trovare abbastanza inni per i suoi scopi, iniziò a scriverne egli stesso. Per assisterlo in quest´opera, si garantì l´aiuto del suo amico e vicino William Cowper, un noto scrittore di letteratura classica del tempo.

Nel 1779 le loro forze combinate produssero il famoso innario Olney Hymns, uno dei più importanti contributi nel campo dell´innodia evangelica. In questa ambiziosa collezione di 349 inni, 67 furono scritti da Cowper, i rimanenti da Newton. Lo scopo dell´innario, come dice Newton nella prefazione, era "il desiderio di promuovere la fede e il conforto dei cristiani sinceri." Dopo aver concluso il suo ministerio a Olney, Newton spese i restanti trentotto anni della sua vita come pastore dell´influente chiesa di Saint Mary Woolnoth a Londra.

In questo periodo, Newton stabilì una forte relazione con William Wilberforce e altri leaders politici impegnati nella battaglia per l´abolizione della schiavitù. E´ interessante notare che l´anno della morte di Newton, 1807, fu lo stesso anno in cui il parlamento britannico abolì la schiavitù in tutti i suoi domini.

Nel 1790 la moglie di Newton, amata compagna per quarant´anni, morì di cancro. Mary era stata una moglie di sincera devozione e incoraggiamento, ma da quel momento John avrebbe affrontato i successivi diciassette lunghi anni senza di lei. Nel 1893, i resti di John e Mary furono risotterrati nel cimitero della chiesa di Olney, dove una grande lapide di granito può ancora essere vista.

Fino all´età della sua morte, John non cessò di stupirsi della misericordia e della grazia di Dio, che avevano così straordinariamente cambiato la sua vita. Questo fu il tema dominante delle sue predicazioni e dei suoi scritti.
Poco prima della sua morte, una persona mandato dalla chiesa gli suggerì di considerare il suo ritiro dal ministerio, a causa della sua salute, della sua vista e della sua memoria, che peggioravano progressivamente. Newton gli rispose: "Cosa? Il vecchio bestemmiatore dell´Africa dovrebbe fermarsi mentre può ancora parlare?" In un´altra occasione, prima di morire, egli si alzò per proclamare ad alta voce durante un messaggio: "La mia memoria è prossima ad abbandonarmi, ma io ricordo due cose: che io sono un grande peccatore e che Cristo è il grande Salvatore!"

(pubblicato Martedì 18 agosto 2009)


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